URANIA
Stampa antica con la statua di Urania realizzata dall'incisore palermitano Francesco Aquila e pubblicata a Roma nel 1704 da Domenico de Rossi all'interno della Raccolta di statue antiche e moderne, sommo classico della statuaria romana, che costituisce il primo lavoro d'arte del secolo per i cui testi fu coinvolto lo scrittore originario di Volterra e di origine patrizia Paolo Alessandro Maffei.
Urania, musa dell'astronomia, è nell'atto di contemplare il cielo, rivolgendosi unicamente alle cose celesti, disdegnando quelle terrestri; ha il capo coronato di stelle ed appoggiato delicatamente alla destra tra le cui dita tiene un compasso; nella sinistra sorregge un globo.
Virgilio di lei scriveva: “Uranie coeli motus scrutatur, et astra”, mentre Callimaco: “Urania ritrovò i moti del Cielo, e il numero, o sia ordine delle celesti stelle”.
Nel basso della stampa antica si ricorda come la statua di Urania “Fu della Regina di Svezia, hoggi di D. Livio Odescalchi”, tra i collezionisti d'arte e mecenati il maggiore del suo tempo a Roma.
Anche in virtù dell'ottima carta adoperata, la conservazione è molto buona e trascurabili sono le vaghe fioriture del tempo nei margini. Particolare è la coloritura di fattura posteriore che, coprendo lo sfondo, permette di far emergere la statua di Urania.