TALIA
La stampa antica mostra la statua di Talia, conservata nel Palazzo Capitolino, musa della commedia, come l'epigramma “Comica lascivo gaudet sermone Thalia” di Virgilio sottolinea e come il greco Callimaco ricorda con “Inventò Talia la vita comica, e i costumi prudenti”.
La figura mostra una maschera di singolare deformità, suo attributo più frequente; calza i socci, sorta di pantofole comunemente adoperate nel mondo romano dagli attori di commedie; tiene tra le dita della sinistra una tibia semplice, strumento a fiato molto diffuso in antichità.
La stampa antica con la statua di Talia fu realizzata dall'incisore palermitano Francesco Aquila e pubblicata a Roma nel 1704 da Domenico de Rossi all'interno della Raccolta di statue antiche e moderne, sommo classico della statuaria romana, che costituisce il primo lavoro d'arte del secolo per i cui testi fu coinvolto lo scrittore originario di Volterra e di origine patrizia Paolo Alessandro Maffei.
Anche in virtù dell'ottima carta adoperata, la conservazione è molto buona. Particolare è la coloritura di fattura posteriore che, coprendo lo sfondo, permette di far emergere la statua di Talia.